Sebastopoli, centro del Mar Nero

L’importanza strategica della base navale: una analisi IMINT

Sebastopoli, chiave del Mar Nero

A poco più di ottant’anni di distanza dalla cattura di Sebastopoli da parte delle truppe tedesche nell’estate del 1942, l’importante città portuale della Crimea è tornata sulle prime pagine di tutti i giornali. 

Questa volta, però, non è a causa di violenti combattimenti o di un lungo assedio, ma dei numerosi raid di droni – condotti per via aerea o navale – ucraini durante questa fase della guerra in Ucraina contro le infrastrutture ed il naviglio russo qui presente. 

La città, infatti, non solo è il principale abitato e porto della Crimea, ma soprattutto la sede principale della Flotta del Mar Nero. Qui, infatti, hanno sede i comandi, è ospitata una larga serie di unità navali di superficie e sommergibili, vi sono innumerevoli magazzini, depositi, cantieri navali e bacini di carenaggio, dove sono possibili opere di costruzione, modifica, riparazione e ammodernamento delle unità che compongono la flotta.

Avendo Sebastopoli avremo una flotta e senza Sebastopoli non possiamo avere una flotta sul Mar Nero

La struttura della base di Sebastopoli

Quartier Generale della Flotta del Mar Nero. Immagine precedente all'attacco ucraino
Quartier Generale della Flotta del Mar Nero. Immagine precedente all'attacco ucraino

Ma com’è strutturata, nel dettaglio, questa importante base?

Per iniziare, va menzionato il fatto che la base ricopre in pratica l’intera baia di Sebastopoli, mischiando spesso installazioni militari a strutture appartenenti, invece, a realtà civili. Arrivando dalle acque del Mar Nero, vi sono due importanti moli artificiali eretti a protezione dell’ingresso della base, che riducono lo specchio d’acqua navigabile a circa 450 metri di lunghezza.

In questo modo, negli anni, si è costituita la prima linea di difesa passiva della base, il cui accesso ora è più facile da monitorare. Addentrandosi all’interno, invece, è possibile trovare una sconfinata serie di più o meno vecchie installazioni militari di vario tipo, posizionate su entrambe le sponde della baia.

Il Quartiere Generale della base si trova posizionato sulla sponda meridionale della baia, proprio nel cuore delle attività socio-culturali della città. Alla sua destra, a poche centinaia di metri di distanza, si trova invece la prima insenatura naturale, che risale all’interno della città per poco più di due chilometri.

Si tratta, in questo caso, del più importante settore della base, dove si è deciso di ospitare il maggior numero di unità navali appartenenti alla celebre flotta.

Le unità di superficie, da quanto visibile dalla gran parte delle immagini satellitari disponibili nel tempo, sono generalmente posizionate sulla sponda sinistra, mentre sulla destra si trovano numerose strutture portuali, alcuni cantieri navali e, soprattutto, gli ormeggi della componente sommergibile

A testimonianza dell’importanza ricoperta da questi iconici mezzi vi è l’importante sistema di protezione disposto nei loro dintorni, invece assente per la quasi totalità delle unità di superficie.

Proseguendo sempre verso l’interno, analizzando sempre la sponda meridionale, invece, si trova un’insenatura di dimensioni molto più ridotte, subito dopo i cantieri navali, che conduce ad alcuni dei principali bacini di carenaggio dove vengono effettuate tutte le operazioni di costruzione, riparazione e ammodernamento delle unità navali.

E proprio qui, il 13 settembre 2023, sono state colpite e gravemente danneggiate la nave da sbarco della classe Ropucha Minsk e il sommergibile Rostov na Donu, appartenente alla classe Kilo. Proseguendo verso l’interno della baia, la sponda meridionale offre ancora un’ultima insenatura, questa volta molto più ridotta e stretta delle precedenti, dove trovano posizionamento ulteriori strutture della base e varie unità del naviglio.

Sommergibili della Flotta del Mar Nero all'ormeggio
Sommergibili della Flotta del Mar Nero all'ormeggio
Ingresso al porto con protezioni. Il transito risulta attualmente aperto
Ingresso al porto con protezioni. Il transito risulta aperto

Viste le ridotte dimensioni d’accesso, le foto satellitari mostrano occasionalmente la presenza di un ostacolo fisico – ovviamente artificiale – a protezione dell’insenatura, che potrebbe attualmente essere considerato uno dei punti più sicuri dell’intera base navale.

Proseguendo verso il profondo interno della baia, almeno sulla sponda sud, le installazioni militari sono assiduamente presenti, fino al raggiungimento della foce del Chorna. 

Sulla sponda nord, partendo proprio da qui, vi è un nuovo, immenso, complesso in fase di costruzione, seguito da un nuovo sistema di moli dove ormeggiano unità navali. Sulla terra ferma, invece, sono posizionati numerosi silos, quasi certamente destinati ad ospitare le riserve di carburante navale. Una situazione equivalente si presenta a qualche centinaio di metri di distanza, dove è posizionato l’ultimo, grande, molo destinato ad ospitare le unità militari della flotta.

La partita del Mar Nero nella guerra d'Ucraina

Come facilmente intuibile, visto il posizionamento e l’attuale conflitto in corso, la base si trova ora in prima linea nella guerra aero-navale condotta nel Mar Nero. Nonostante la base fosse dotata di un buon sistema di protezione sin dall’inizio delle operazioni, vi è stato un continuo incremento delle unità addette a questo compito. Al fine di contrastare le operazioni ucraine, sono stati incrementati i sistemi antiaerei, in particolare a corto e medio raggio, presenti nell’area. 

Tra i principali sistemi di questo tipo vanno assolutamente nominati i Pantsir-S1, la cui presenza è stata confermata da alcune immagini video. Vi sono poi alcune batterie di S-300 e S-400, che offrono una difesa maggiore e a lungo raggio, supportate dai sistemi di protezione antiaerea installati su numerose unità navali della flotta. 

In aggiunta, è stato ripetutamente confermato l’impiego di sistemi di protezione passiva nebbiogeni, capaci di rilasciare una densa nebbia artificiale di colore bianca al fine di nascondere la vista delle principali strutture e imbarcazioni. Questi, da quanto osservato, vengono generalmente posizionati sulle banchine, mentre non si registrano sistemi di questo tipo posizionati su piattaforme galleggianti, così come, invece, riscontrabili intorno al ponte di Kerch.

Mix eterogeneo di unità navali, depositi di carburante, cantieri e basi
Mix eterogeneo di unità navali, depositi di carburante, cantieri e basi
Dokovyy Kompleks, cantiere di produzione e riparazione navale
Dokovyy Kompleks, cantiere di produzione e riparazione navale

Inoltre, come la base può vantare un discreto sistema di protezione contro minacce provenienti dall’alto, lo stesso si può dire per le difese da insidie marittime. Uno dei primi ostacoli, almeno da quanto riconosciuto da numerosi analisti, è costituto da un sistema assai particolare: delfini addestrati appositamente per contrastare la possibile azione di sabotatori e altre minacce subacquee

Poi, viene la presenza di una nave multi-purpose posizionata all’esterno della baia e di unità leggere, che pattugliano costantemente l’accesso al porto, soprattutto a difesa dall’azione dei barchini esplosivi ucraini. Ad essi vanno aggiunti vari sistemi di reti posizionati in differenti punti e a un differente livello di profondità, impiegati principalmente nel contrasto di minacce attive sotto la superficie del mare.

A completare il tutto, ovviamente, vi sono numerosi sistemi radar e d’intercettazione, teoricamente capaci di individuare qualsiasi minaccia a numerose decine di chilometri di distanza. 

Le vicende degli ultimi mesi, tuttavia, hanno sollevato diversi dubbi sull’effettiva capacità di difesa offerta da questo mix eterogeneo di elementi e sistemi attivi o passivi. Nonostante un certo numero di droni aerei e navali siano stati intercettati e distrutti dalle difese, sono numerosi quelli che, invece, hanno raggiunto i propri bersagli, causando pesanti danni. 

Lo smacco peggiore, al momento, è stato quello del 13 settembre 2023, quando pesanti danni sono stati inflitti al Minsk e al Rostov na Donu. Poi, vi è quello del 22 settembre 2023, direttamente indirizzato contro il centro di comando della Flotta del Mar Nero, che ha causato la morte ed il ferimento di numerosi ufficiali. Almeno in questi due casi, le difese aeree della base si sono dimostrate incapaci di ostacolare l’azione dei missili da crociera di produzione britannica Storm Shadow.

Vista l’incapacità delle difese aeree di intercettare i missili da crociera, è altamente plausibile che si assisterà, nel giro delle prossime settimane e dei prossimi mesi, a nuovi, ripetuti, attacchi. In questo modo, si verrebbe a concretizzare la strategia ucraina, già anticipata dal continuo lavoro di smantellamento delle difese e dei principali centri militari russi della penisola, che mira a portare la guerra all’interno del territorio della Federazione. 

Nonostante le linee di combattimento si mantengano ancora a distanza di sicurezza dai confini della regione, un aumento della pressione sulla Crimea risulta fondamentale per Kiev. Come logica conseguenza, nel caso in cui i russi non riuscissero a sviluppare una efficace difesa contro gli Storm Shadow, è altamente plausibile la perdita di ulteriori unità navali di grosso tonnellaggio e la distruzione di importanti infrastrutture portuali essenziali per l’impegno bellico.

 Tale mancanza, al momento, sembra confermata dal fatto che i comandi russi abbiano optato per il trasferimento di numerose unità di superficie e sottomarine a Novorossiysk e a Feodosia, entrambe poste a buona distanza di sicurezza dalle armi ucraine.

Bacini di carenaggio colpiti pesantemente dai droni ucraini
Bacini di carenaggio colpiti pesantemente dai droni ucraini
Andrea De Poli

Andrea De Poli

Classe 1996, si è laureato nel 2020 in Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano, perfezionando, in seguito, gli studi in Affari Strategici presso la LUISS di Roma.
Ha lavorato in precedenza per il gruppo aziendale di famiglia, mentre ora ricopre il ruolo di analista per Menerva.me. Da sempre dedica una parte del proprio tempo libero allo studio dei principali conflitti armati, sociali e politici del Novecento e dei giorni nostri. Negli anni, ha destinato una particolare attenzione anche all’intero contesto sociale, politico ed economico del Medio Oriente, dell’Ucraina e dell’Africa Settentrionale. Nel 2021 ha pubblicato “Hezbollah: Storia, organizzazione
e dottrina del Partito di Dio”.

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