Strategia della difesa russa sul fronte ucraino

Linee difensive e panorama strategico sul fronte meridionale della guerra ucraina

Tabella dei Contenuti

La linea difensiva russa sul fronte di Zaporizhzhia

Sono mesi che sul fronte meridionale gli ucraini stanno cercando di avanzare contro la linea difensiva russa per il controllo dell’intera fascia di terra che va dai territori a sud di Kherson fino ai confini dell’Oblast di Donetsk

Il fulcro dell’azione si concentra su un fronte di qualche centinaio di chilometri situato nell’area di Zhaporizhzhia, dove i comandi ucraini hanno deciso – in accordo con i consiglieri militari della Nato – di concentrare l’azione offensiva della tanto annunciata controffensiva ucraina. 

L’offensiva, tuttavia, non è ancora stata all’altezza delle aspettative e, differentemente da quanto atteso dal grande pubblico, è stata solamente in grado di portare a ridotti cambiamenti territoriali, in particolare nell’area della città di Robotyne. Le ragioni di una simile situazione sul terreno sono numerose, quanto assai differenti. 

Tra le principali, tuttavia, vanno assolutamente elencate le innumerevoli linee di difesa costituite dai russi nel corso dei mesi precedenti, ben consapevoli della possibilità che i comandi ucraini ordinassero una grande offensiva sul fronte meridionale, con obiettivo finale la penisola di Crimea. 

Ma come è costituita la linea di difesa russa nell’area?

Concetto generale di difesa

Modello-di-Challenger-II-impiegato-per-la-prima-volta-al-fronte-durante-la-controffensiva-ucraina
Modello di Challenger II, impiegato per la prima volta al fronte durante la controffensiva ucraina

I comandi russi incaricati di gestire le operazioni sul fronte meridionale hanno optato, consapevoli delle potenzialità delle forze armate ucraine, per una linea di difesa elastica e in profondità, capace di unire elementi fissi a risorse mobili da destinare ove necessario. 

La parte più consistente – di conseguenza anche più semplice da identificare grazie ai numerosi sistemi di visione aerea – è rappresentata, ovviamente, dagli ostacoli fissi, costituiti principalmente da un mix di trincee, postazioni d’artiglieria e di mortaio, bunker interrati, fossati anticarro, “denti di drago” e rifugi per uomini e mezzi. In mezzo a tutto ciò, inoltre, si trovano centinaia di chilometri di campi minati di varia profondità e dotati di un mix assai letale di sistemi antiuomo e anticarro. 

L’idea principale, in questo caso, è stata di dividere il fronte su tre linee differenti di difesa, sempre intervallate da elementi più o meno variabili – e solidi – a seconda della conformazione del terreno. La linea avanzata è costituita da un mix di opere interrate e fisse, posizionate in maniera disomogenea a seconda delle caratteristiche del terreno. 

La prima linea, invece, si presenta già più strutturata e compatta, vantando una linearità e continuità nella presenza delle trincee e delle postazioni fisse a protezione del fronte. La seconda linea, invece, riprende le caratteristiche del primo sistema di difesa, includendo al proprio interno i principali centri abitati posizionati sul proprio corso. Andando nel dettaglio, però, è possibile comprendere ancora meglio la loro struttura e funzione.

La linea avanzata

La linea avanzata rappresenta la prima serie di ostacoli costituiti a difesa del fronte meridionale ucraino. La sua estensione è assai variabile e non copre esattamente tutto il fronte da Kherson al Donetsk, ma è presente quasi solo esclusivamente nell’Oblast di Zaporizhzhia, dove i comandi russi – in base alle informazioni di intelligence – si aspettavano il maggiore urto offensivo. 

A questo proposito, al fine di rinforzare le difese della prima, effettiva, linea di combattimento è stato predisposto questo sistema di trincee e postazioni. Fin da qui, la presenza delle mine antiuomo e anticarro si è dimostrata elemento fondamentale della strategia difensiva russa. 

A questi sistemi, di differente peso e dimensioni, infatti, è stato affidato l’importante compito di ostacolare l’avanzata di corazzati e uomini, così da indebolire la potenza delle forze attaccanti e, così, allentare il peso esercitato sull’effettiva prima linea. Le posizioni – in questo caso, ma come anche riscontrabile nelle successive due linee di difesa – sono posizionate principalmente in corrispondenza dei filari alberati che costeggiano i campi coltivati e i boschi, occasionalmente presenti in alcune fasce dall’area. 

La ragione, in questo caso, è molto semplice. Si tratta, infatti, dell’unico terreno dove sia possibile contare su una protezione naturale, in questo caso offerta dagli alberi, essendo il resto costituito da una aperta, brulla e pianeggiante campagna.

 

Operazioni di sminamento in Ucraina
Operazioni di sminamento in Ucraina al fronte

La prima linea

Doppia linea di trince russa, area di Vasylivka
Doppia linea di trince russa, area di Vasylivka

La prima linea, come anticipato nel paragrafo precedente, rappresenta il primo grande ostacolo difensivo costituito dai genieri russi per arrestare l’urto offensivo ucraino. A tal fine, la prima linea vanta un sistema ben più solido e strutturato di difesa, composto da trincee di varia lunghezza, bunker interrati e sistemi anticarro di varia tipologia. In particolare, si è optato per un mix di mine anticarro, ostacoli in cemento armato – i famosi denti di drago – e fossati anticarro scavati nel terreno. 

Tutto questo, ovviamente, è stato intervallato con trincee e altre postazioni di tiro, capaci di offrire una protezione diretta alle opere costituite. In numerosi casi, i primi ostacoli incontrati sono rappresentati dai campi minati, seguiti poi da un fossato anticarro di larghe dimensioni e di una certa profondità, a cui seguono poi altri campi minati e i denti di drago. 

Una volta raggiunti i denti di drago, ovvero dei piloni in cemento armato di forma triangolare inseriti nel terreno, vi è sempre un sistema di trincee, difeso da un numero variabile di uomini a seconda delle dimensioni delle stesse e dell’importanza attribuita a quel tratto di fronte. La distanza tra il fossato anticarro, i denti di drago e le trincee è rispettivamente di circa 250-300 metri per tratto, creando quindi una prima linea profonda mediamente 1 o 2 chilometri, sempre in base al settore del fronte in cui ci si trova.

La seconda linea

Alle spalle della seconda linea, ad un numero assai variabile di chilometri di distanza, intervallato sempre da un mix di campi minati e trincee, si trova invece la seconda – e almeno attualmente l’ultima – grossa linea di difesa russa. Questa segue occasionalmente le stesse caratteristiche della prima, contando però su un maggior numero di centri abitati di dimensioni medie inserite al proprio interno. 

Questi, in particolare, rappresentano un ulteriore punto di forza dello schieramento difensivo perché, per ragioni naturali, costituiscono dei veri e propri bastioni, destinati a fungere da campo di battaglia in caso di sfondamento ucraino fino al raggiungimento di quest’ultima linea. Intorno a questi naturali ostacoli, le difese seguono un andamento assai differente da quanto visto in precedenza. 

Per prima cosa, vi è un sistema di difesa concentrico che circonda interamente gli abitati, così da fornire sia una difesa esterna sia una possibile seconda linea di difesa immediatamente disponibile a sud dell’abitato, nel caso in cui venisse catturato (in questo caso con una penetrazione da nord, est o ovest). Al di là di queste ultime posizioni, però, vi è quasi solamente l’aperta campagna. 

Dalle immagini satellitari comunemente disponibili non vi sono attualmente tracce di nuove, imponenti, opere del genio russo, almeno fino alle coste della Crimea, che anch’esse sono state pesantemente fortificate per contrastare un qualsiasi possibile assalto anfibio o un’incursione armata da nord. Per quanto riguarda, invece, la profondità dell’intero sistema difensivo costituito dai russi, le stime variano da una media di 15/20 km fino ad arrivare a dei picchi di 30km di profondità nei punti più sensibili e di maggiore interesse.

Sistema trincerato a sud del villaggio di Shyroke
Sistema trincerato a sud del villaggio di Shyroke

La difesa elastica

Il secondo elemento fondamentale impiegato dai russi nella difesa del fronte meridionale ucraino è rappresentato dalla predisposizione di una difesa elastica. In particolare, si è deciso per dividere il numero di truppe sufficienti sul fronte in base all’importanza ricoperta dal settore e dal rischio di sfondamento in una determinata area, lasciando sempre un certo numero di unità in riserva. 

Il numero maggiore di truppe, come facilmente immaginabile, è stato posizionato originariamente nel settore centrale del fronte (Oblast di Zaporizhzhia), che va dal villaggio di Vasylivka – una volta posto di fronte alle acque del Dniepr – fino alle aree a sud di Vuhledar, quasi in prossimità dei territori del Donbass filorusso. 

In questa area, infatti, i comandi e i funzionari dell’intelligence militare della Federazione si aspettavano l’assalto ucraino e, come si è visto in seguito, questo è proprio quanto avvenuto alla fine.

In seguito all’aumentare della pressione offensiva, al numero di risorse impiegate e al sempre maggiore numero di perdite umane e materiali, i comandi hanno optato per un rafforzamento delle difese con nuove truppe e armamenti, in parte attingendo alle proprie riserve appositamente posizionate nelle lontane retrovie del fronte e, in parte, sottraendo quanto possibile ai settori ritenuti di secondaria importanza, in particolare sul fronte nord. 

In tal maniera, sebbene l’intensità dei combattimenti si sia fatta sempre maggiore e devastante, i russi hanno potuto contare sempre su un elevato numero di unità da schierare nell’area, sostituendo così i reparti maggiormente decimati e riempiendo i buchi lasciati dalle unità rimaste completamente distrutte e dissanguate. 

Grazie a tali disponibilità e alla possibilità di riposizionare un certo numero di riserve, le linee avanzate di combattimento hanno svolto pienamente una funzione ritardante e di dissanguamento nei confronti degli attaccanti ucraini, che si sono trovati così di fronte un’inaspettate resistenza.

La prima conseguenza da parte ucraina, in questo caso, è stato il coinvolgimento nello scontro di un numero sempre maggiore di unità di grosse dimensioni e di provata efficienza operativa, spesso dotate di nuovi mezzi e MBTs di fornitura occidentale, al fine di rompere definitivamente ogni resistenza avversaria. 

Fatto che, come ovvia conseguenza, ha alzato ulteriormente l’intensità dello scontro, portando ad un coinvolgimento diretto di un numero sempre maggiore di riserve russe, occasionalmente provenienti anche da settori non attivi dello stesso fronte meridionale. In tal modo, l’afflusso costante di risorse è riuscito a trasformare quella che, in origine, era solo una linea di difesa avanzata, nella principale linea di combattimento, allontanando il più possibile gli scontri da quella che era, in via teorica, la prima, grande, linea difensiva.

Scontro a distanza fra soldati e carri armati in Ucraina
Scontro a distanza fra soldati e carri armati in Ucraina

Conclusioni

“L’offensiva è iniziata circa 90 giorni fa. E’ andata più lentamente di quanto anticipato dai suoi pianificatori. Ma quella è la differenza tra ciò che Clausewitz definiva la guerra su carta e la guerra reale. E’ c’è ancora un ragionevole ammontare di tempo, probabilmente tra i 30 e i 45 giorni, di condizioni meteo favorevoli ai combattimenti”

In tal modo, l’abile scelta in campo difensivo è stata – almeno momentaneamente – capace di evitare uno sfondamento dell’imponente sistema di difesa costituito nell’area, permettendo così di trasformare in una sanguinosa guerra di trincea ciò che, in origine, era stata concepita come una grande offensiva meccanizzata. Tale tattica, tuttavia, ha portato comunque a delle serie conseguenze tra i ranghi russi. 

Decidendo di offrire la massima resistenza su queste posizioni, senza sfruttare pienamente la possibilità di ripiegare sulle linee di difesa secondarie, le perdite si sono dimostrate piuttosto elevate, sia in fatto di uomini sia di mezzi. Sebbene il numero di perdite su entrambi i fronti – a parte alcune imprecise stime – sia ancora difficile da quantificare in maniera affidabile, è facilmente intuibile che il numero effettivo sia estremamente elevato. 

Un primo indizio, almeno per quanto lo schieramento militare della Federazione, è dato dal fatto che, nella regione di massima penetrazione ucraina, sia stato impiegato un numero sempre maggiore di brigate d’assalto, unità originariamente concepite ed addestrate per funzioni tattiche offensive, più che difensive. E questo fatto, per quanto possa passare inosservato agli occhi di molti, risulta particolarmente significativo. Infatti, con la decisione di coinvolgere queste unità in una difesa ad oltranza si è preferito dare priorità al mantenimento della linea a qualsiasi costo. 

Fatto che, nel lungo termine, porterà sicuramente delle problematiche alle Forze Armate della Federazione, che rischiano così di trovarsi private di importanti risorse da impiegare in contesti di attacco.

A questo punto verrebbe logico dedurre che, agli occhi dei comandi russi, sia prioritario il mantenimento della linea del fronte, così da consolidare i propri guadagni territoriali e determinare, in seguito, uno stallo operativo su questo fronte. Difficilmente, infatti, dopo le ingenti perdite subite, è possibile ipotizzare qualche nuova grande operazione offensiva – in questo caso da parte di entrambi gli schieramenti – su un qualsiasi fronte. 

E la debole entità degli attacchi russi lanciati nell’area di Svatove, rimasta comunque indebolita dall’invio di numerose unità ucraine a sud, ne è forse la più grande conferma. Ora, però, non resta che attendere l’evoluzione degli eventi in attesa dell’autunno e dell’inverno.

Sistema trincerato a difesa della strada d'accesso di Tokmak
Sistema trincerato a difesa della strada d'accesso di Tokmak
Andrea De Poli
Andrea De Poli

Classe 1996, si è laureato nel 2020 in Scienze Linguistiche presso l’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano, perfezionando, in seguito, gli studi in Affari Strategici presso la LUISS di Roma.
Attualmente lavora per il gruppo aziendale di famiglia, dedicando una parte del proprio tempo libero allo
studio dei principali conflitti armati, sociali e politici del Novecento e dei giorni nostri. Negli anni, ha
destinato una particolare attenzione anche all’intero contesto sociale, politico ed economico del Medio
Oriente, dell’Ucraina e dell’Africa Settentrionale. Nel 2021, ha pubblicato “Hezbollah: Storia, organizzazione
e dottrina del Partito di Dio”.

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