Chi è Menerva

Cos'è e come agisce

Il significato

Menerva o Menrva era una divinità misteriosa e potente, venerata secoli prima dell’avvento di Roma presso i popoli italici.

Le sue origini  si perdono nella notte dei tempi, ma seppure gli scambi con la Magna Grecia le fecero assimilare molti tratti di Atena, Menerva conserva delle caratteristiche autoctone.

L’etimologia collega il suo nome ad una antica divinità lunare italica, Meneswā. La luna è l’astro soggetto alle leggi del divenire, l’unico  nasce, cresce e scompare, tanto che pensiero antico ha simboleggiava la mutazione ciclica del cosmo.

I cambiamenti nel cielo trovavano una corrispondenza sulla terra nell’avvicendarsi delle stagioni agricole, scanditi dalle lune, il metro di misura del tempo nel mondo antico.

Infatti, l’antichissimo lemma Meneswā è letteralmente “colei che misura”, derivante dal sanscrito māmi. La sua radice indoeuropea -men, connette Menerva alla mnestis greca, la memoria, cioè la compresenza di passato e presente, nello stesso momento.

 

La misura del tempo, per estensione, si allunga in entrambi i lati del divenire, tanto che secondo fonte latina Menerva deriverebbe dall’antico verbo “promenervare”, cioè “ricordarsi del futuro”, ovvero avvertirlo in anticipo.

La Menerva etrusca nasce dalla testa di Tinia, dio supremo dei Cieli, ovvero l’intelletto divino della pura ragione, e da Uni, divinità femminile della fertilità, madre delle stagioni e dunque del tempo.

Ma cos’è allora questa unione, se non il pensiero della strategia? La potenza apollinea del raziocinio  diventa atto solo quando si immerge nella mutevolezza dionisiaca del tempo, attraverso il tentativo lo sforzo umano di anticipare gli accadimenti. 

Minerva, la discendente romana della dea etrusca e prima ancora indoeuropea, divenne naturalmente protettrice nel mondo immanente degli uomini, del commercio, delle armi, della medicina,  attività in cui l’analisi a priori e l’azione sono due volti della stessa medaglia, conseguenti e intrecciati.

 
 
 

 

 

Il nostro tempo

Se pensiamo alla storia dell’Italia, la nottola di Menerva pare sorvolare la sua civiltà nelle fasi di luna piena, dalla Roma classica alle libertà dei Comuni medievali, dai fasti della Chiesa alle imprese delle Repubbliche marinare, dalle bellezze del Rinascimento allo spirito della Ricostruzione.

L’Italia agli albori del XXI secolo pare analoga a quella “lacera, battuta e corsa” dell’epoca di Machiavelli che ai suoi fasti imprigionati nella sua memoria monumentale. 

Sembra che in tutta Europa sia calata una notte illune, in attesa dello spirito aurorale che  sapeva trarre vitalità dalla sua lacerazione e diede i suoi frutti nel mondo classico.

D’altronde, per gli antichi, comprendere il ritmo della storia significava accettare che alle notti di notti di luna piena facciano seguito le notti illuni e alla pioggia si alterni la siccità.

Al fecondo trentennio del dopoguerra sono seguiti decenni di  sterile e progressivo deterioramento delle condizione economiche e sociali dell’Italia. Desertificazione industriale, sclerotizzazione delle istituzioni e della società hanno prodotto un paese impoverito e rannicchiato in sè stesso, in continente .

Tuttavia, “il discorso sul declino” è tanto inevitabile quanto immobilizante, perché imprigiona le energie, che allignano in ciò che è più ancestralmente italiano, cioè l’industria, la capacità di trasformare la materia e di creare risorse dal nulla.

Se le condizioni storiche, sembrerebbero sentenziare un ineluttabile destino di marginalità, le oscillazioni del tempo insegnano che il tribunale della storia non emette mai condanne definitive. Ogni inverno prepara la primavera.

Come operiamo

Menerva nasce dall’esigenza di chi la anima di trovare uno spazio dove teoria e prassi si legano, dove non imperi la pulsione ad agire per sè stessa nè il dibattito resti confinato alla  riflessione contemplativa destinata ad una cerchia di inziati colti.

Le arti ed i mestieri di cui Menerva era patrona traducevano il pensiero nell’azione pubblica e privata. La speranza è che Menerva si trasformi in una piattaforma di dibattito, ma anche uno strumento per far saggiare ad un pubblico variegato gli intricati scenari del mondo contemporaneo.

Menerva vorrebbe tradursi in una cornucopia di idee, participando alla piazza pubblica laddove si discutono e si definiscono le questioni strategiche per l’Italia, l’Europa e l’ecumene, proponendo la sua voce, stimolando e ospitando contributi con l’ambizione di incidere sullo spirito del suo tempo,

 

Metodologie di lavoro: open-source intelligence, tecniche strutturate, pensiero sistemico

Menerva vorrebbe diffondere la conoscenza di un armamentario intellettuale di tecniche e strumenti per la raccolta dati, la valutazione, l’analisi strategica sviluppate per coadiuvare processi decisionali in situazioni di complessità.                            

Gli strumenti varieranno e sfioreranno angolature inedite che verranno condensate in contenuti intereattivi e visuali, nello spirito di “promenervare”, anticipare il futuro e gettare uno sguardo nell’abisso fertile del passato.

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