Come gli HIMARS hanno cambiato la guerra

Perché il sistema inviato dagli Stati Uniti all’esercito ucraino sembra inarrestabile

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Come gli Himars hanno cambiato la guerra

Nel primo anno dall’intervento delle forze armate russe in Ucraina, un’arma di fabbricazione americana ha cambiato la guerra, controbilanciando la potenza russa: gli HIMARS

Fa parte dell’arsenale militare americano da decenni ma quando l’HIMARS, acronimo che sta per High Mobility Artillery Rocket System (sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità), è arrivato in Ucraina ha cambiato il volto della guerra.

Dal giugno 2022 gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina lanciatori HIMARS e migliaia di razzi che ha utilizzato per attaccare centinaia di posti di comando russi, depositi di munizioni, rifornimenti e altri obiettivi di alto valore lontano dalla linea del fronte.  

L’HIMARS spara una testata da 200 libbre fino a 80 kilometri di distanza, offrendo agli ucraini la possibilità di raggiungere e colpire obiettivi pensavano fossero sicuri. I russi hanno dovuto far indietreggiare i posti di comando e i depositi di munizioni rispetto alla linea del fronte per farli uscire dal raggio d’azione, ma in alcune aree, come a Kherson, è logisticamente difficile.

Comunque, anche se alcuni assetti strategici possono essere spostati, le munizioni devono lo stesso arrivare all’artiglieria, ma è aumentata la distanza che i camion devono percorrere diventando soggetti al tiro dell’artiglieria, dei droni, dei commandos e dell’aereonautica ucraina, con perdite che ammontano a oltre un migliaio di mezzi di trasporto.   

M142 Himars in una esercitazione negli USA

Un fattore importante che ha contribuito al mantenimento delle nostre linee difensive e delle posizioni è l'arrivo al tempo giusto del sistema M142 HIMARS, che permette colpi chirurgici sui poti di comando nemici, le munizioni e i depositi di carburante

Le caratteristiche degli HIMARS

L'Ucraina sta ottenendo risultati reali e tangibili nell'uso di questi sistemi. Ad esempio, gli ucraini hanno colpito più di 400 obiettivi con gli HIMARS, con effetti devastanti.

Una caratteristica che rende il sistema particolarmente letale è la sua  precisione da cecchino. L’ogiva ha un sistema di guida satellitare è in grado di colpire il bersaglio con una accuratezza di 3 metri massimizzando il potenziale di ogni colpo.

In realtà però la forza dell’HIMARS non è solamente la sofisticazione della sua tecnologia, quanto la semplicità del suo utilizzo. Occorre un addestramento di una settimana per un operatore d’artiglieria, di media esperienza, per capire come usarli.

La combinazione di questi fattori ha praticamente eliminato il vantaggio numerico, seppur concentrato solamente in alcune zone, delle forze russe e ha letteralemente cambiato la guerra.

Il risultato generale è stata una significativa riduzione del barrage di artiglieria che cadeva sulle forze ucraine e che aveva rappresentato la principale strategia adottata dall’esercito russo nella lenta avanzata nel quadrante orientale del fronte.  

Ora l’Ucraina sta colpendo obiettivi chiave praticamente ogni giorno con i sistemi HIMARS e MLRS, ma una domanda sorge spontanea: data la quantità e la qualità della vasta rete di difesa aerea della Federazione russa, sistemi come BUK, TOR, S-300 o S-400, non dovrebbero essere in grado, quantomeno sulla carta, di abbattere i razzi lanciati dagli ucraini?

Secondo i dati ufficiali, l’S-400 dovrebbe  essere in grado di rilevare bersagli a 600 chilometri di distanza e di colpire bersagli a 400 chilometri, intercettando bersagli fino alla velocità di mach 14.

Allora perché sembra che l’S-400 né sistemi analoghi non sia in grado di fermare i razzi del sistema HIMARS?

 

Le difficoltà delle difese russe

Prendiamo in considerazione il sistema più avanzato in dotazione alle Forze strategiche russe, l’S-400 non possa abbattere i missili MLRS guidati, ma ha comunque difficoltà per diversi motivi: il rapporto costo/benefici, le contromisure e l’intrinseca debolezza.  

Il sistema S-400 ha varie  versioni: con un raggio d’azione tra i 40 e i 120, fino a 250 chilometri e fino a 400 chilometri.

Anzitutto il rapporto costi-benefici è tremendamente sfavorevole per i sistemi russi. L’S-400 è stato pensato per abbattere aerei da combattimento, droni o missili balistici a lungo raggio che hanno un costo unitario molto superiore all’S-400.

Ogni missile costa tra i 500.000 e i 2 milioni di dollari, a seconda della versione, mentre i missili del sistema HIMARS costano ciascuno circa 160 mila dollari. Anche con una precisione di tiro del cento per cento, impossibile per qualunque contraerea, l’equazione non torna nel lungo periodo.

Il motivo principale per cui un S-400 ha difficoltà ad abbattere gli HIMARS sono le sue caratteristiche: i missili ricevuti dall’Ucraina hanno un raggio d’azione di poco superiore agli 80 chilometri, sono di dimensioni piuttosto ridotte, con un diametro inferiore ai 230 millimetri e una velocità di circa mach 2,5, ovvero oltre 800 metri al secondo.

S-400 in sfilata sulla Piazza Rossa a Mosca per l'anniversario della giornata della vittoria nella "Grande Guerra Patriottica"

Magia di guerra

Riproduzione di un carro armato M4 Sherman con un gonfiabile

L’arrivo e i primi effetti di questi sistemi sul campo di battaglia hanno allarmato le forze armate russe, ma nonostante tutti gli sforzi fatti secondo fonti ucraine sono è mai riuscite a distruggere un solo sistema missilistico americano

Il comando russo ha pensato diversi modi per distruggere gli HIMARS,  senza frutto.  All’inizio hanno cercato di carpire la posizione dalla rete di satelliti militari.

Secondo i militari ucraini, la Russia ha sparato diverse decine di missili Kalibr dalla flotta del Mar nero. Gli HIMARS sono stati effettivamente distrutti ma erano dei modellini di legno.

Ispirandosi forse all'”Armata fantasma” fatta di carri armati gonfiabili schierata dagli americani sulle coste della Manica durante la seconda guerra mondiale per ingannare i tedeschi sul luogo dello sbarco in Europa, gli ucraini hanno creato riproduzioni in legno a scala reale dei sistemi americani, che poi hanno ricoperto con lastre di metallo dello stesso colore.

Infine per completare l’opera, hanno creato inserito in questi artefatti un dispositivo per generare calore, in modo che sia visibile ai radar e ai satelliti.

In tutto e per tutto uguali ai veri HIMARS pare che abbiano ingannato i russi, facendo sprecare su preziosi missili da milioni di dollari.

Caccia agli HIMARS

Alla fine pare che abbiano organizzato diversi gruppi di commandos specializzati per infiltrarsi dietro le linee nemiche, ma le missioni sono risultate senza esito, visto che gli HIMARS sono i dispositivi meglio difesi dall’esercito ucraino.

Pare che in tutto il 2022 la protezione dei sistemi HIMARS è efficace e ad oggi non un solo sistema missilistico HIMARS è stato distrutto, come confermato ufficialmente anche dal Pentagono, anche perché il raggio d’azione consente di operare molto indietro rispetto al fronte di combattimento.

Falliti i tentativi con i missili di precisione e le forze speciali, l’esercito russo da agosto ha una nuova arma a disposizione che potrebbe essere molto efficace per colpire questi letali dispositivi: i droni “loitering ammunition” iraniani del tipo Mohajer-6 e Shahed-136, che, nonostante siano di qualità inferiore ad altri esemplari, volano a bassa quota, sono difficili da rilevare nei radar e potrebbero essere un’arma molto insidiosa in questa tragica caccia al gatto col topo nelle fredde pianure ucraine

Sistema di lancio del Shahed-136 o Geran-2 in dicitura russa
La voce di Menerva

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